Giovedì 17 ottobre alle ore 18 in sala incontri (ZAP) presentazione del libro BARBARI NEL SECOLO XX Cronaca Familiare (settembre 1938 – febbraio 1944). Interverranno i curatori del volume Caterina Del Vivo e Lionella Neppi Modona Viterbo. Introdurrà Luigi Bicchi
L’autore e il suo diario:
Leo Neppi Modona, docente universitario precocemente scomparso alcuni anni fa, era un bambino durante gli anni della guerra. Nato a Firenze
nel 1932, tra la fine del 1938 e il 1944 Leo scrive su pagine di quaderno di grande formato i principali avvenimenti dei quali sono protagonisti lui stesso, la
sorella e la sua famiglia.
La storia ha inizio a Roma, subito dopo l’entrata in vigore delle prime disposizioni contro gli ebrei. A Roma si era trasferito il padre, prof. Aldo Neppi Modona,
allontanato dalla sua scuola. Ben presto la famiglia ritorna a Firenze, dove l’incalzare degli avvenimenti muta radicalmente l’esistenza di bambini e adulti, costretti
a trasferirsi da un rifugio “precario” all’altro.
Alla sorella, la prof.ssa Lionella Neppi Modona, dobbiamo una copia dattiloscritta del testo, che si presenta conforme al manoscritto originale, salvo rari interventi
di punteggiatura; sarà eventualmente opportuno inserire in note di apparato anche la segnalazione di passi o parole cancellati o corretti dal giovane Leo.
L’autore nel descrivere familiari, parenti e conoscenti ricorre sempre a nomi fittizi, sebbene di ambito ebraico; tali nomi sono stati sciolti da Lionella Neppi Modona in
un’appendice al dattiloscritto, corredata nella maggior parte dei casi da note biografiche sui personaggi citati.
Il diario di un bambino ebreo negli anni delle leggi razziali e delle persecuzioni. Un testo che si apre con le immagini degli affetti familiari, con la cronaca dei piccoli
avvenimenti quotidiani. Ma di giorno in giorno si avverte che qualcosa sta cambiando: accenni, allusioni, silenzi degli adulti, i primi provvedimenti contro gli ebrei.
Poi i cambiamenti di casa, un senso di ansia incalzante: quasi inavvertitamente la vita precipita verso il baratro.
Un documento di una maturità stilistica inaspettata per l’età del giovanissimo autore:
“Usciti dalla funzione sabbatica del Tempio gli ebrei discutono in gruppi una brutta notizia.
– Capisci? […] a Roma hanno chiesto alla Comunità israelitica non so quante libbre d’oro per ricatto, i tedeschi, e poi hanno arrestato tante, tante famiglie e le portano
chissà dove.
– Saranno voci.
– No, no, come è successo in Polonia”
“… si volta, da dietro un albero, a vedere una scena terrificante: un camioncino con i distintivi della famosa Schust Staffe (Staffetta di Sicurezza S.S.) si è fermato
davanti al villino Orvieto e due delle S.S. con il teschio sulle spallette prendono a calci il portone, poche ore prima chiuso dal signor Orvieto, e dopo averlo sfondato
con i chiavistelli e le tenaglie vi entrano da padroni”.
L’opera è corredata di alcune fotografie, tanto del testo originale manoscritto – a corredo delle caratteristiche e del tratto infantile del diario – che di alcune lettere di Leo
del periodo, nonché di immagini e ritratti di lui stesso e della famiglia negli anni della guerra.