Francesco Terzini, l’uomo dell’immagine di ZAP

Francesco Terzini, l’uomo dell’immagine di ZAP

Se non siete mai stati a ZAP allora vi siete sicuramente persi il bellissimo progetto grafico per l’identità visiva e la segnaletica della nostra Zona Aromatica Protetta. Ogni angolo è minuziosamente curato per accogliere il visitatore e portarlo dove serve.

Il designer che ha progettato l’immagine di ZAP è Francesco Terzini, freelance e art director della Fondazione Sistema Toscana. Ci abbiamo fatto quattro chiacchiere.

Per incominciare potresti raccontarci chi sei?

Sono Francesco. Quando dici a qualcuno che sei un designer sembra sempre che ti voglia dare delle arie tuttavia, dato che ho studiato all’ISIA di Firenze, quantomeno per excursus universitario posso serenamente definirmi tale. Comunque sono sempre Francesco. Sono felice di potermi spostare in bicicletta per la maggior parte della mie giornate. La bici aiuta a far respirare il cervello.
Vorrei leggere molto di più di quello che faccio ma gli occhi mi si chiudono sempre troppo presto. Da più di otto anni lavoro principalmente nel settore della comunicazione. Ho fondato Extraneo Design Studio appena uscito dall’università insieme ad altri sei menti creative appena laureate. Extraneo è stata esperienza di ricerca eclettica che mi ha coinvolto e mi ha lasciato molto.

Dal 2010 lavoro come art director per Fondazione Sistema Toscana: un’avventura entusiasmante che mi ha dato la possibilità di lavorare a progetti unici come il Festival della Creatività, Toscanalab, BTO – Buy Tourism Online, Internet Festival, chiaramente ZAP e molti altri.
Dal 2012 lavoro insieme al mio amico Giulio col quale stiamo cercando di dare un senso nuovo al nostro modo di lavorare. Il nostro obiettivo è di contribuire giorno per giorno a migliorare il contesto in cui lavoriamo.
Mi ritengo un maniaco dei dettagli, perché credo che la qualità risieda nel dettaglio. Cerco di portare nel mio lavoro i valori in cui credo e di vivere l’esperienza professionale mettendo al primo posto il rispetto per le persone con cui lavoro con l’obiettivo di costruire rapporti che vadano al di là del semplice ambito lavorativo.

Quando hai conosciuto ZAP la prima volta, cosa hai pensato?

Il primo a parlarmi di ZAP è stato Luigi, l’architetto che ha fatto il progetto. Quando mi ha raccontato l’idea di realizzare un orto al centro del chiostro di Santa Maria Maggiore ho capito subito che ZAP – ancora non sapevamo come si sarebbe chiamato – sarebbe stato uno spazio unico. Quella dell’orto è stata una scelta che fin dall’inizio ha definito l’unicità del progetto, un ponte tra le origini e il futuro.
Il chiostro del convento, storicamente adibito ad hortus conclusus, viene reinterpretato mantenendo l’intimità originaria del luogo aprendo le porte ai cittadini. Un luogo di conversazione, meditazione e conoscenza. Un orto metropolitano che dona, a chi lo vive, un occasione di silenzio e pace nel centro storico di Firenze

Come ti è venuta in mente l’idea del logo?

La sfida più interessante che mi sono trovato ad affrontare è stata quella di pensare ad un marchio che fosse in grado di rappresentare l’eterogeneità delle realtà che popolano ZAP senza cadere nell’errore di incentrare la comunicazione sull’orto. L’orto è sicuramente un progetto suggestivo e molto caratterizzante, tuttavia Quinoa, Toc toc Firenze, Radio Fleur, Informagiovani, Le Nozze di Figaro e Il Festival dei Popoli sono realtà che non hanno in comune solamente la condivisione di uno spazio così bello, ma lavorano tutti a servizio del contesto sociale a cui appartengono.

 

logo zap, zap firenze

 

 

 

Quando ho cominciato a lavorare al marchio di ZAP mi sono posto come obiettivo quello di sintetizzare i valori che ZAP sarebbe stato in grado di esprimere. Un luogo protetto popolato da persone e realtà eterogenee e tutte da scoprire. Ogni lettera dell’acronimo appartiene ad una famiglia tipografica diversa: un corsivo, un graziato ed un bastone. Tre caratteri che, uniti tra loro definiscono un marchio armonico e originale. Il rettangolo, di cui la base è il doppio dell’altezza, la mia mania per la geometria e le proporzioni, inquadra le lettere in uno spazio protetto ma aperto e rafforza la personalità del marchio.

Credits: Lorenzo Zambini